Catinali-Olivera, una convivenza su cui occorre lavorare

Dal 1992 è collaboratore de “Il Messaggero”, dal 2009 collabora con la “Gazzetta dello Sport”. Inizia scrivendo di baseball, poi cede ai tentacoli del calcio.
27.02.2018 14:00 di  Vincenzo Abbruzzino   vedi letture
Catinali-Olivera, una convivenza su cui occorre lavorare

Il confronto con il Sassari Latte Dolce offre lo spunto a diverse riflessioni che si trasformano in quesiti tattici a cui Pascucci è chiamato a dare una pronta risposta, nella prospettiva di un calendario prossimo a farsi difficile. Riflessioni figlie dirette delle perplessità suggerite dalla gestione del confronto da parte del tecnico capitolino.

A Pascucci non credo che si possa imputare un errore di valutazione nella lettura del partita: giustamente, a mio avviso, domenica dopo un primo tempo così e così si è reso conto che con il Sassari molto corto in fase difensiva, la squadra aveva bisogno di giocatori in grado di creare superiorità numerica. Ma se la lettura era condivisibile, ciò che non mi ha convinto sono state le soluzioni adottate. Pascucci ha insistito nel tenere in campo Catinali che pure è apparso in evidente difficoltà, propenso come è stato a privilegiare la trama orizzontale, defilandosi sostanzialmente dalle responsabilità nella costruzione della manovra. Una prestazione che avvalora la (mia) opinione che Catinali dia il meglio di sé se utilizzato da mediano, davanti alla difesa, avendo un riferimento avanzato rapido nel pensiero e nel movimento. L'avere aggiunto Olivera al capitano nerazzurro ha appesantito la mediana nonostante uruguaiano abbia spesso tagliato verso il centro alla ricerca di spazi tra le linee.

Catinali e Olivera sulla stessa linea sembrano non funzionare. Come non ha funzionato il cambio di Palazzo con Scibilia che pure andava messo in campo. Con Iadaresta imbrigliato dalla difesa avversaria, Palazzo aveva fin lì dimostrato d’essere una seconda punta efficace ed efficiente. L'averlo escluso dalla competizione ha vanificato l’inserimento di Scibilia. Meglio sarebbe stato valutare un assetto con Olivera centrale, Cittadino e Tribuzzi interni alle spalle di Palazzo, Iadaresta e Scibilia, una disposizione in grado di offrire, alla bisogna, ampiezza e  inserimenti.. Proprio ciò che andava cercando Pascucci. Una riflessione che si trasforma in un quesito per il tecnico a cui l’abbondanza di uomini a disposizione impone scelte non facili.