Tra sogni e realtà: il bilancio della stagione del Latina

Dal 1992 è collaboratore de “Il Messaggero”, dal 2009 collabora con la “Gazzetta dello Sport”. Inizia scrivendo di baseball, poi cede ai tentacoli del calcio.
20.06.2021 19:00 di  Vincenzo Abbruzzino   vedi letture
Tra sogni e realtà: il bilancio della stagione del Latina

Non ci resta che attendere. Il Latina ha fatto suoi i play-off sfruttando il jolly che s’era guadagnato con il secondo posto di fine stagione e dal campo adesso la palla passa virtualmente a Società e Lega nell’auspicio che ci sia spazio per il ripescaggio. Che il Latina aneli alla promozione a tavolino non c’è dubbio, il club di Piazzale Prampolini è da tempo al lavoro per ottenere il pass che consente l’accesso ai professionisti e ha di che ben sperare.

Nel frattempo, il pareggio da supplementari con il Savoia manda in archivio la quarta stagione di D a firma del presidente Terracciano. Sul terreno di gioco ha vinto il Monterosi che ha messo in fila fior fiori di avversari quali Nocerina, Savoia e Latina per citare tra i primi della graduatoria finale. E fa un po’ specie avere vissuto una annata a duellare con realtà piccole e misconosciute (qui di sicuro si offende qualcuno). Il che conferma che il nome fa blasone ma in campo vanno i giocatori mica la storia dei singoli e quando capiremo questa piccola verità, saremo forse più sereni nel giudicare gli altri e noi stessi.

Ha vinto la squadra migliore, come certificano i 16 punti di vantaggio sulla seconda. Ha vinto la società che nel tempo ha saputo programmare, agendo di anno in anno su un gruppo che di pari passo è cresciuto.

Che sia questa la formula vincente? Di percorsi sicuri che portano alla vittoria finale non ce ne sono, altrimenti tutti i club li seguirebbe. Oggi vince il club che ha saputo programmare, domani quello con l’organico più forte ed equilibrato, ci sarà poi l’anno in cui emerge la squadra il cui tecnico ha trovato la formula magica per trasformare l’anatroccolo in cigno. Di certo la crescita di una società di calcio aiuta a ottenere i risultati in campo: una società solida può anche perdere, ma una società fragile non potrà mai vincere.  

Pure riconoscendo l’altrui solidità e bravura, resta la delusione per l’andamento della stagione del Latina, rimasto in corsa soltanto nel girone di andata, per poi aprire le porte ad una involuzione tattica, tecnica atletica e, di conseguenza, di risultati. Una crisi non compresa, e per questo gestita male. Gli infortuni – primo fra tutti quello di Tortolano -  hanno avuto il loro peso, così come l’unicità di un calendario sincopato tra lunghe pause e periodi di intesa attività.

Sui social leggo di grandi complimenti al gruppo e forse sono elogi meritati. Al Latina è però mancata la panchina, un organico veramente competitivo anche nelle seconde scelte che gli infortuni hanno poi trasformato in prime. Ed è in particolare sul centrocampo che si deve focalizzare la lente dell’analisi. Buoni giocatori non sono stati sufficienti a costruire un buon reparto, sono venute a mancare le idee, il cambio di marcia, lo spunto e in ultimo la personalità. E’ lì che il Latina, nel suo periodo di maggiore difficoltà, ha cercato le soluzioni per venirne fuori, senza trovarle. Un gruppo da cui, con le dovute eccezioni, si può ripartite per una eventuale ulteriore stagione di D, non per una nuova esperienza tra i professionisti.

Con il Savoia è stata pure l’ultima di Scudieri sulla panchina nerazzurra. Una annata di successi la sua, ma anche di tribolazioni: ne farà tesoro. Allenare in una grande piazza è motivo di soddisfazioni ma pretende un approccio diverso, la pressione è tanta e il campo non è l’unico perimetro dentro il quale ci si gioca la stagione. Finché la squadra ha avuto il passo vincente, gli angoli sono stati smussati, ma nel momento in cui i risultati hanno iniziato a non venire sono tornati ad essere quelli che erano, spigoli pungenti.

Finisce la stagione e terminano pure i miei editoriali. Vi ringrazio, tifosi e lettori, dell’attenzione con cui mi avete seguito. Un saluto e un ringraziamento ai fratelli Ferri, Marco e Matteo, editori di questo sito, che hanno ancora una volta ospitato le mie personalissime considerazioni, consentendo alla mia straripante voglia di scrivere di avere uno spazio in cui sfogarsi.

Ci si rivede, anzi ci si rilegge a settembre.