Un film già visto

Dal 1992 è collaboratore de “Il Messaggero”, dal 2009 collabora con la “Gazzetta dello Sport”. Inizia scrivendo di baseball, poi cede ai tentacoli del calcio
07.11.2018 10:30 di  Vincenzo Abbruzzino   vedi letture
Un film già visto

Un film già visto o, se preferite, un anno passato inutilmente. Parlato come Chiappini: stessa delusione per società e tifosi, medesimo temporeggiamento nella speranza che il tempo porti soluzioni e risultati.

Eppure la differenza c’è, ma non si vede. Lo scorso anno i tempi per programmare non c’erano stati, squadra e organizzazione societaria erano state definite quasi all’istante, tra qualche polemica ed improvvisi addii. Questa estate l’idea di dove andare a parare, buona o cattiva che sia stata, c’era ed in una certa direzione ci si è mossi. La delusione, al momento, è quindi ancora più forte di un anno fa. Continuo però a credere in Carmine Parlato, i campionati non si vincono - e lui ne ha vinti tanti – per colpi di fortuna o interventi divini. Non credo nel suo precoce rimbambimento e nemmeno che l’aria di Latina ottenebri anche le migliori menti. Sono altresì convinto che il Latina sia una buona squadra seppure, come ho sempre sostenuto, costruita male a centrocampo, laddove le possibilità di scelta degli uomini e delle disposizioni sono limitatissime.

Eppure nel momento che confesso la delusione, ammetto di non esserne sorpreso fino in fondo. Questione di feeling tra allenatore e squadra, che non c’è mai stato, soffocato dalle certezze dell’uno e dell’altra parte, con scarsa propensione di entrambe a comprendersi. Parlato avrebbe voluto altri in organico e per certi versi ha cercato di clonare gli elementi a disposizione secondo il suo modello vincente. Dall’altra parte, i giocatori non hanno voluto comprendere, non hanno gradito le forzature, non hanno apprezzato che non ne venissero esaltate le caratteristiche, anteponendo l’interesse proprio a quello collettivo. Ad amplificare il tutto, le evidenti difficoltà di alcune pedine a tenere fede alle aspettative estive e fors’anche all’essenza della stessa loro carriera calcistica.

Nonostante tutto non me la sento però di alzare bandiera bianca, e nemmeno di credere ai valori dell’attuale classifica. Per il campionato, quello vero, c’è da attendere dicembre, quando a fare la differenza saranno la riapertura delle liste di trasferimento, i campi pesanti e la condizione atletica.