"Giocare per continuare a vestire la maglia nerazzurra": chi lo sta facendo nel modo giusto?

Dal 1992 è collaboratore de “Il Messaggero”, dal 2009 collabora con la “Gazzetta dello Sport”. Inizia scrivendo di baseball, poi cede ai tentacoli del calcio
22.03.2019 23:00 di  Vincenzo Abbruzzino   vedi letture
"Giocare per continuare a vestire la maglia nerazzurra": chi lo sta facendo nel modo giusto?

Giocare per continuare a vestire la maglia nerazzurra, perché il Latina è il Latina. E’ questa la motivazione che, stando alle parole di Lello Di Napoli nel post partita di domenica, dovrà fungere da stimolo futuro per la squadra, considerato che la classifica non offre altri spunti di interesse.

Intanto la prima proposta di rinnovo l’ha ricevuta proprio lui, il tecnico. Un abboccamento, non ancora un vero e proprio nuovo contratto considerato che il Latina oggi si nutre delle speranze di un ripescaggio in serie C, ma che per le certezze bisognerà attendere ancora un bel po’ di settimane. Intanto, con i tre punti ottenuti sulla Lupa Roma, Di Napoli riesce a migliorare, seppure per una questione di centesimi, le statistiche di Carmine Parlato portando a 1,45 la media dei punti ottenuti a partita, contro l’1,36 del suo predecessore.

Comunque, se Di Napoli la sua proposta di rinnovo l’ha già incassata, per i suoi ragazzi mantenere la maglia rischia di divenire una impresa, alla luce delle prestazioni offerte con il Budoni e, domenica, con la Lupa Roma. Dopo un turno di riposo e una batosta come quella subita in Sardegna, il minimo sindacale che ci si potesse aspettare era un Latina animato da un battagliero spirito di rivalsa. Macché! I nerazzurri sono apparsi in difetto di idee, di gioco e di gamba, proponendosi con una manovra lenta, sviluppata per lo più per linee orizzontali. Galasso e Atiagli non sono stati mai innescati, in avanti Masini e Fontana hanno dato l’impressione di conoscersi poco o niente mentre la mediana, con Cittadino sottotono ma comunque autore di una magistrale punizione, ha denunciato tutti i limiti di un reparto affidato ad un ragazzino di buone potenzialità, Begliuti, ma privo della necessaria esperienza per assumersi la regia della squadra.

E nel finale di una stagione così deludente, pretendere dai nerazzurri almeno il bel gioco è direi un diritto, al netto della volontà o meno dei giocatori di ottenere il rinnovo di contratto. Un diritto, ma anche una questione di rispetto verso chi continua, malgrado tutto, a frequentare il Francioni.